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STICCON, buona la prima.

Arese, venerdì 20 Maggio 2005
La notte è passata agitata e il risveglio non è stato dei migliori. Che bello essere in ferie e poter dormire beato nel mio bel lettuccio, peccato che mio fratello lavora e, cambiandosi, fa un rumore che neanche i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale erano riusciti a fare. D’un tratto, la folgorazione! Non posso dormire, devo partire per la STICCON!!!
Appuntamento alle 11 a casa del Capitano, penso stiracchiandomi e alzandomi dal letto. Una doccia tonificante, faccio la valigia e vado con calma a prendere i miei compagni di macchina.
ZOT! Folgorazione 2 – la vendetta! Devo controllare la pressione delle gomme e l’olio, mica posso fare 800 Km senza olio nel motore…
Per fortuna ci ho pensato, ero quasi a secco di olio! Poi, guardi la macchina, così bella e così sporca, che figura ci faccio con gli altri 1500 soci?!?! Va bhe, dai è presto, laviamo anche la macchina!
Olio di gomito e spugnature e la macchina brilla come nuova, o quasi. Soddisfatto del lavoro, guardo l’orologio. E’ tardissimo! Non arriverò mai in tempo! Doccia lampo, valigia fatta alla rinfusa e di corsa a prendere tutti.
In STICCON saremo in molti, c’è chi è già arrivato (il Primo Peppufficale Giuseppe e l’Ingegnere Capo Cristina), chi partirà oggi (il Capitanto Siro, la Barista/Torturatrice di Bordo Claudia, l’Ufficiale Medico Capo Elena, l’Ufficiale Scientifico Fabio, il Capo Operazioni Gregorio ed io, ovviamente, l’Ammiraglio di Flotta Facente Funzioni di Guardiamarina al Timone) e chi arriverà dopo (la Trovarobe/Tagliagole di Bordo Elisa, la Consigliora Engy e il Capo della Sicurezza Alessandro).
Arese – Lissone, nuovo record del giro. Che rimanga tra noi, non vorrei ritrovarmi la polizia che pretende la mia patente.
L’Ufficiale Medico Capo e l’Ufficiale Scientifico aspettavano con ansia il mio arrivo. Caricate le valige si riparte verso Pioltello, il Capo Operazioni è già stato avvisato del ritardo.
Ore 11:30 il Capitano chiama infuriato! Ovviamente scherza, e ci da appuntamento a metà strada, così recuperiamo un po’ di tempo perso.
Poco prima di mezzogiorno siamo in autostrada, alla volta di Bellaria, una rapida fermata a un autorgill per mangiare e fare benzina e si riparte!
Alle 16, dopo svariati rallenatmenti e incidenti autostradali, finalmente siamo in dirittura d’arrivo.
Il cartello Bellaria fa tirare un sospiro di sollievo a tutti, finalmente ci siamo e possiamo sgranchirci un po’ le gambe. Effettuata l’inversione rituale, ci dirigiamo verso il centro congressi.
All’ingresso un po’ di persone e una grossa struttura che sembra una polo, un buco con un guardiano intorno. La registrazione procede rapidamente e ci tuffiamo subito a girovagare per le sale della convention. Quante cose meravigliose, la sala giochi, la sala da pranzo, la sala AVIS (quella dove ogni Trekker sa che se entra incautamente ne uscirà dissanguato da ogni sua finanza), la sala da pranzo, la sala delle opere delle navi, la sala da pranzo (no, non mi sto ripetendo, per l’equipaggio della Rainbow il buon cibo e il buon vino sono componenti ESSENZIALI).
Saluti a amici e conoscenti, si va dritti all’albergo a svuotare le macchine dai bagagli.
Non vedo l’ora di fare la conoscenza delle ormai mitiche patate della STICCON!!!
La serata passa tranquilla, si mangia bene e si beve allegramente, ma soprattutto faccio il tris di patate (ottime, veramente ottime).
Gli amici sono tanti, le nuove compagnie sono molto simpatiche e si fa in fretta a uscire per andare in una birreria a mangiare qualcosa e a bere un po’ (gli ufficiali della Rainbow sono senza fondo, gli organizzatori sono avvisati). La U.S.S. Avalon si dimostra una nave composta da degni degustatori quasi, e che l’equipaggio intiero dell’Avalon non me ne voglia, all’altezza della nostra gloriosa nave.
La serata diventa nottata, le ore si fanno piccole, gli occhi pesanti e le membra faticano a trascinarsi verso l’albergo. Finalmente ad un orario non ben precisato mi infilo sotto le coperte e mi addormento di botto. Il mio sonno, nonostante la stanchezza, è agitato e discontinuo, vuoi per il letto 10 cm più corto della mia altezza, vuoi per quella testa di cucchiaino cardassiano che accende la luce quando entra in stanza, sarà per la telefonata del povero Fabio che alla mattina alle 8 ci tira giù dal letto, chi può dirlo. Sta di fatto che il giorno dopo sono in catalessi. Per darci la carica, io e il cucchiaino Greg decidiamo di non fare colazione e di giocare un po’ a Munchkin (Messaggio promozionale), un fantastico gioco di carte. Perdiamo la cognizione del tempo e alle 9:30 stiamo ancora giocando a carte, quando arriva un SMS dalla mia ragazza, Elisa (che ricordiamo essere la Tagliagole di Bordo) che dice che sta entrando in stazione a Rimini. Cala il gelo! Dobbiamo andare a prenderla e non abbiamo idea di dove sia Rimini, ne’ tantomeno la stazione!
Da buon Timoniere non mi scoraggio, io e il Carda-Greg ci buttiamo in macchina e ci dirigiamo verso Rimini. Effettuata a metà strada l’inversione di rito, puntiamo verso la stazione.
Come è giusto che sia, ci perdiamo. Chiediamo indicazioni ad una simpatica signora che ci da le indicazioni per la stazione, per entrare nella stazione, per prendere i biglietti, per obliterarli correttamente, ci fa sapere anche qual è il binario giusto e ci insegue correndo dietro la macchina come fosse un T1000 per avvisarci dell’ora a cui parte il treno. Riusciamo a seminarla, fortunatamente e seguendo un po’ le indicazioni appena ottenute e un po’ i cartelli stradali giungiamo infine dinnazi alla stazione, dove troviamo la bell’Elisa in attesa sul marciapiede.
Di volata torniamo a Bellaria, abbandoniamo il povero Greg e prendiamo i pass per entrare, poi di corsa all’albergo per una doccia veloce e per prepararci all’evento più importante della giornata. Il pranzo!
Credevate stessi parlando del Capitano James “Panzuto” Kirk, bhe, si, anche lui è importante, ma in fin dei conti in STICCON ci si va per stare assieme agli altri, no?
Arriviamo giusto in tempo, rapido giro di presentazioni per la nuova arrivata e ci si da subito da fare con le mandibole. Si mangia benissimo anche oggi e il vino scorre che è un piacere. Cominciamo a brindare agli amici, vecchi e nuovi, complici il vino, di cui abbiamo già bevuto almeno 2 bottiglie, e la buona compagnia.
L’orologio corre e le 14:00 incalzano. Dobbiamo distribuire le cuffie!
Una tiratina alla mia uniforme nuova fiammante e giù di corsa dalle scale. Parte subito una guerra furibonda con il tavolo A-L per la supremazia sulla distribuzione cuffie. Gli sguardi si scontrano a mezz’aria lanciando scintille di sfida, le mani lavorano alacremente e si cerca di distribuire il tutto nel minor tempo possibile, senza però perdere cortesia e professionalità nei confronti dei soci che aspettano di ricevere ciò che spetta loro. Mi pareva di essere un vero Ufficiale della Flotta. Fiero, dignitoso, cordiale, gran lavoratore ma soprattutto orgoglioso del proprio operato. D’improvviso un boato e una musica assordante proviene dal salone del palco. Shatner è entrato! Ci affrettiamo a chiudere le custodie ed entriamo a sentire l’interprete di Kirk che chiacchiera amabilmente del più e del meno, anzi “Pu o meno” o “Comsì comsà”, come amava ripetere sul palco.
L’intervento di Shatner vola via amabilmente e si ripropone la sfida per riporre le cuffie. Diamo nuovamente battaglia, credo sia finita in parità, anche se magari il tavolo A-L non sarà d’accordo.
Il sole è caldo, la temperatura si alza, a qualcuno viene in mente l’idea malsana di fare un bagno pomeridiano pre-cena. Ci incamminiamo in blocco verso l’albergo per cambiarci e andare a fare il bagnetto nella fresca acqua corroborante.
Sguazziamo allegramente nell’acqua come pesci, anche se sono l’unico a farsi un giro nell’acqua profonda, gli altri si pucciano solo i piedi o si sdraiano dove l’acqua è bassa e calda.
La cena arriva presto e la sguazzata pomeridiana non ha fatto altro che alimentare la fame. Mangiamo di gusto e brindiamo facendo più rumore possibile. Molti cercano di eguagliarci, ma nessuno riesce veramente a tenerci testa. C’è qualcosa di strano nell’aria… Non riesco a fare il tris di patate, come mio solito, pare non ce ne siano più. Bhe, domani mi rifarò! Io e la mia adorata ragazza cogliamo un attimo favorevole per isolare il Capitano e dirgli che vorremmo tanto che l’Ammiraglio di Flotta Facente Funzione di Guardiamarina al Timone Mauro Branniga e la sua simpatica Trovarobe/Tagliagole di Bordo (alias io e la mia ragazza Elisa) convolassero a nozze con un rito tranquillo e che fosse proprio il Capitano a officiare la cerimonia.
Il Capitano s’illumina, una nuova sfida impossibile gli si para d’innanzi, l’opportunità di fare qualcosa che nessun’altro capitano nello STIC ha mai fatto, credo.
La serata prosegue con varie premiazioni e con la sfilata dei costumi, ma se venerdì il sonno era imponente, questa sera il sonno non ha eguali. Sorreggendoci vicendevolmente io ed Elisa ci rechiamo in albergo e ci spanteghiamo sotto le coperte. L’oblio ci coglie poco dopo e il risveglio al mattino è tardo. Facciamo giusto in tempo a farci una doccia e a vestirci, poi fuori di corsa per non arrivare tardi al pranzo domenicale.
Durante la nostra assenza, la sera prima, sono arrivati gli ultimi due ufficiali che mancavano all’appello Engy (la Consigliora di bordo) e Ale (il Capo della Sicurezza).
Il pranzo, come ormai avrete capito, è chiassoso e divertente. Il vino scorre a fiumi e c’è molta euforia nell’aria.
Finito il pranzo giù di corsa di nuovo a distribuire le cuffie per il secondo round di Kirk! Il pomeriggio ha un che di strano… Il fidato Gregguccio, senza un motivo apparente, intrattiene me ed Elisa con spettacoli di imitazione (se doveste vederlo in giro, chiedetegli pure l’imitazione di Stitch, è FENOMENALE!), cabaret e facendoci fare un luuuuungo giro per tutto il centro congressi, soffermandosi il più possibile al piano interrato, facendo finta di essere interessato ai vari gadgets esposti (che forse, e dico forse, ci voglia tenere lontani dal piano superiore?).
Sorge un sospetto… Gira che ti rigira, vai e vieni per tutta il centro congressi notiamo una cosa piuttosto strana. L’intero equipaggio della Rainbow e quello della Avalon sono spariti, tranne noi tre.
Cosa sarà successo? Un buco nero avrà risucchiato tutti? Ci hanno abbandonati? Siamo in una realtà alternativa dove non esiste più nessuno di quelli che conoscevamo?
Tutto diventa chiaro quando veniamo accompagnati al piano di sopra e fatti entrare dal retro di una delle sale.
Entrambe le navi sono in parata e formano un corridoio umano alla fine del quale ci sono due cerimonieri con due Bath’Let in mano e il Capitano, col suo nuovo anello, simbolo del comando della Rainbow.
Comprendo l’idea e corro a posizionarmi alla sinistra del Capitano, in attesa che la mia futura sposa entri accompagnata dal testimone (il tuttofare Gregguccio).
Finalmente uno accanto all’altra il capitano si schiarisce la voce e comincia a recitare la formula di rito:

“In base ad una antica tradizione, il Capitano di un astronave stellare, su richiesta diretta degli interessati, è autorizzato a celebrare un’unione.

Oggi, in data stellare 0505.22, siamo qui a celebrare questo avvenimento per Mauro Branniga ed H'Elsak.”

Ci vengono consegnate le Bath’Let e il Capitano le accosta tra loro.

”In questo momento, di fronte a noi testimoni, unendo le lame cerimoniali avete unito anche le vostre anime.”

“Ammiraglio, può baciare la sposa!”

Mi sono sposato, incredibile, il Capitano l’ha fatta davvero, e con meno di un giorno di preparazione… Un mito!
L’emozione è tanta, anche se non sono molto avvezzo a farla trasparire, anche se la sorpresa è un poo’ venuta meno dal comportamento sospetto dei vari membri dell’equipaggio, ma quello che conta è il pensiero. Questi amici, dei veri amici, si sono dati da fare per organizzare tutto ciò. Già volevo loro un gran bene, ora so che niente potrà separarci.

Dopo il bacio alla sposa, il rituale lancio del riso (sostituito da una più dolce cascata di zucchero di canna) ci investe, credo di avere ancora un po’ di zucchero sparso in giro.
Pacche sulle spalle e complimenti da tutti, brindiamo e festeggiamo.
Sfortunatamente il tempo stringe e la luna di miele dovrà attendere, è tardi e Elisa ha un treno da prendere.
Di corsa a fare la doccia e poi una più rapida corsa verso la stazione di Rimini.
L’addio è lungo e straziante. Il destino è subdolo, ci siamo appena sposati e già ci dobbiamo lasciare per qualche giorno.
So già che mi mancherà!
Comincio a fantasticare sul quando tornerò a casa mentre la guardo entrare in stazione…
Uno squillo mi riporta alla realtà. E’ Greg che, su ordine del Capitano, mi intima di tornare di corsa, manca solo mezz’ora all’inizio della cena di gala.
Torno in albergo giusto in tempo per cambiarmi e mettermi la maglietta della Rainbow e poi di nuovo a operare di mandibola.
Alla cena di gala ci siamo superati, neanche l’equipaggio della Nemesis (neo vincitrice della Comandina) è riuscita a tenerci testa. Siamo riusciti a farci notare e nel contempo a divertirci e a brindare ai vari illustri commensali presenti.
Non paghi della cena e per riprenderci dall’interminabile sproloquiare della riunione conclusiva della STICCON, ci rechiamo a bere e a mangiare in un pub che c’è per strada. Si ride e si scherza, si raccontano storie di vita vissuta e alla fine Morfeo viene a reclamare ciò che gli spetta (NO non è il conto dello spuntino!). Io e Greg siamo i primi a cedere, salutiamo gli altri e ci incamminiamo verso l’albergo dicendo scemate, come nostro solito. E’ l’una passata quando finalmente ci infiliamo ognuno nel proprio letto e ci addormentiamo di sasso.
Al mattino (tardi) ci attende un giro al centro congressi per salutare chi è ancora impegnato a smontare tutto e un buon pranzo. Le ultime foto di rito, salutiamo tutti e partiamo per la volta di Milano.
Arrivederci, Bellaria, all’anno prossimo!
 
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