3 Bis
– U.S.S. Rainbow, il varo (Branniga)
"Mauro.
Mauro, sveglia... E' tardi!" disse una dolce e amorevole voce.
"Hum,
che malditesta, che ore sono?" rispose svogliatamente
l'Ammiraglio Branniga.
"Sono
le 4 e 45, alzati." ribattè la soave voce che stava lentamente
allontanandosi.
Branniga
aprì gli occhi. "Dove sono?" chiese spaesato.
"Nei
miei alloggi, tesoro. Ieri sera hai alzato un po' troppo il gomito
con il Primo Peppufficiale..." rispose con calma H'Elsak uscendo
dal bagno.
"Non
ricordo nulla, l'ultima cosa che ricordo è Y'Edips che iniziava il
giro di brindisi al Bar di prora." rispose Branniga alzandosi e
stropicciandosi gli occhi. "Che è successo dopo?"
"Avete
cominciato a brindare a tutto quello che vi veniva in mente. Avete
brindato per ognuno dei 500 membri dell'equipaggio, per le nebulose,
per il pulviscolo, per gli scudi, per tutto, insomma."
"Hum,
capisco perchè mi sento così, allora. E Y'Edips?"
"Quando
l'ho visto era più o meno nelle tue stesse condizioni. Continuava a
ripetere 'L'alcol è irrilevante! Alzate i vostri calici e brindate,
la resistenza è inutile!' mentre Una Ruf lo trascinava via
nei suoi alloggi." - H'Elsak sorrise - "Avete dato
spettacolo. Proprio un buon esempio per i cadetti a bordo."
"Insomma,
devono imparare! Sono sulla U.S.S. Rainbow ora, In vino veritas!"
rispose allegramente Branniga.
"Io
comincio ad andare, ci vediamo in plancia." H'Elsak baciò
appassionatamente il suo Ammiraglio ed uscì, pronta per cominciare
quell'importante giornata.
Il
malditesta di Branniga non accennava a diminuire, nonostante la
prolungata doccia fredda. "Andrò a farmi dare qualcosa in
infermeria" pensò mentre indossava la comoda uniforme.
Uscì
dalla stanza e si diresse con passo sicuro verso il turbo ascensore.
"Infermeria"
disse sonnecchiando al computer
Pochi
istanti dopo le porte del turbo ascensore si aprirono di fronte
all'infermeria.
....
"AAAAHHHHH!!!!"
"NO!
NO! FERMA, BASTA!!!!"
Terribili
grida provenivano da dietro la porta di fronte.
Toccò
il comunicatore "Branniga a sicurezza, ci sono problemi in
infermeria!"
"Qui
Ringhioringhio, arriviamo."
Branniga
entrò con circospezione nell'ampia infermeria, un rapido sguardo
intorno. Nessuno!
All'improvviso,
un forte rumore di metallo cigolante invase l'aria. Branniga si mosse
rapidamente, aprì la cassetta di sicurezza ed estrasse un phaser.
Bip bip bip, "Stordimento, livello massimo. Meglio essere
sicuri!" Balenò nella mente dell'Ammiraglio.
Con
una breve corsa, Branniga si affacciò sulla seconda sala
dell'infermeria. Una possente Klingon teneva in mano una motosega
sporca di sangue, mentre un giovane era disteso tremante sul lettino
medico.
In
quella, le porte alle spalle dell'AdFffGaT si aprirono ed entrò una
squadra di 4 ufficiali della sicurezza capitanata da Ringhioringhio.
Un rapido sguardo in giro e si avvicinarono a Branniga.
"Che
succede?" Chiese Ringhioringhio mettendo via le armi e intimando
alla squadra di tornare ai loro posti.
La
Klingon spense il suo "bisturi" e girandosi ridendo disse
"Ah, questi umani. Sono così deboli, tremano per nulla."
"Trelenah'k,
non puoi usare degli attrezzi un po' più moderni?" Chiese
Branniga.
"E
perchè mai, questi vanno benissimo!"
"Mi
sa che bisognerà insonorizzare meglio l'infermeria, altrimenti
saremo sommersi da false chiamate di emergenza." Sospirò
Ringhioringhio andando via.
"Dimmi
Mauro, che posso fare per te?" Chiese Trelenah'k.
......
"NULLA!
Passavo di qui e mi son detto, perchè non entrare a salutare la
Dottoressa?"
"Sicuro?"
"CERTO!
Ora devo proprio scappare, mi aspettano in plancia!" disse
Branniga indietreggiando.
"Come
vuoi..." Disse la Klingon girandosi e tornando al suo
terrorizzato paziente affetto da acne cutanea.
Branniga
ripose il phaser ed uscì. "Cura con la motosega i brufoli dei
Cadetti, non oso pensare a cosa avrebbe fatto per il mio
malditesta!".
"Bar
di prora" disse, mentre le porte del turbo ascensore si
chiudevano.
….
Il
Bar era colmo di gente, si avvicinò alla procace barista e chiese
"Un caffè nero, forte, non troppo caldo, grazie".
Per
tutta risposta Wolverina gli rispose "E poi? Magari una pizza
con peperoni, wurstel, zola e cipolle?".
.....
"Non
tentarmi, ho giusto un certo languorino."
"Ok,
il caffè arriva subito, figaccione!"
Dopo
aver sorseggiato con calma il caffè e salutato qualche faccia nota,
Branniga si diresse, allegramente e finalmente sveglio, verso la
Plancia. Qualche saluto agli altri ufficiali in giro per i corridoi e
poi...
"Plancia!"
....
Le
porte si aprirono, la Plancia era luminosa. Sul visore centrale c'era
una bella visuale colma di stelle, interrotta solo dai tralicci
di supporto dei cantieri navali di New Aberdeen.
"Signori,
buongiorno!" Disse con tono entusiasta agli altri
ufficiali di Plancia.
"Buongiorno"
rispose la Consigliori.
"Baciamo
le mani" rispose prontamente Branniga.
Prese
subito posizione alla console del timone, sorrise a Zalak, suo
vecchio amico e compagno di mille avventure.
Una
rapida occhiata ai comandi, tutto sembrava in perfetto ordine, i
motori pulsavano regolari e i controlli rispondevano prontamente.
"Una
Ruf ha fatto proprio un ottimo lavoro" disse tra se e se "i
motori sono perfettamente allineati e pronti a sfrecciare in mezzo
allo spazio... Non vedo l'ora di far partire questa bellezza!".
L'attesa
fu breve, in quel momento il Cadetto Yumass disse con voce squillante
"Capitano in Plancia!"
Branniga
e gli altri ufficiali si girarono a guardare con deferenza il
Capitano, che, con passo sicuro e trionfante, entrava e si accomodava
sulla sua poltrona di comando.
Dopo
essersi seduto, il Capitano guardò uno per uno gli ufficiali, con
soddisfazione e orgoglio negli occhi.
"Zalak,
apra il canale comunicazioni in tutta la nave" Disse
all'improvviso.
Probabilmente voleva che tutti fossero partecipi
di quel momento.
"Si, signore"
"Cadetto Yumass,
i motori sono in linea?"
" Si, Capitano in linea."
rispose con la voce rotta dall'emozione.
"Ammiraglio
Branniga, liberi le morse d'attracco"
"Fatto, signore"
"Avanti,
un quarto d'impulso"
I
motori ad impulso ruggirono e lentamente la nave scivolò fuori
dall'hangar spaziale.
"Siamo
fuori, signore"
"Curvatura
due"
"Che
rotta Capitano?"
"Prima
stella a destra, poi dritti fino al mattino. Dove, se no?"
"SI,
SIGNORE!" Rispose con soddisfazione Branniga mentre cercava
di trattenere un sorriso.
Le
sue dita, anche se tremanti per l'emozione si mossero veloci sulla
console di navigazione.
I
motori a curvatura vibrarono con perfetta armonia e la nave volò a
curvatura due, lasciando una scia multicolore alle sue spalle.
"Visore
di poppa"
Lo
schermo cambiò visuale, i cantieri di New Aberdeen e l'intero
sistema di Aldebaran si stavano allontanando a grande velocità.
L'unica
cosa a cui riusciva a pensare Branniga in quel momento era "Partiti,
tutti noi, amici da anni, di nuovo riuniti su una splendida nave. E
che nave!".
Il
destino era lì ad attenderli, dove potevano fare la differenza.