Missione
5 – Turno 14
...
“Puntano
i phaser sul pilone di babordo!” – gridò Ringhioringhio.
“Continui
a fare fuoco, Tenente!” – Rispose Y’Edips.
“Situazione
dei loro sistemi?” – Domandò il Capitano Saint’Vito.
“Convogliano
tutta la loro energia residua sulle armi di prua. Colpi multipli di
phaser. I nostri scudi fluttuano…”.
Una
fragorosa esplosione interruppe il Capo Operazioni della nave di
classe Akira.
La
console scientifica era andata in mille pezzi. Fortunatamente il
Tenente Comandante Neverest si era spostato sulla console di
ingegneria per poter meglio aiutare i propri compagni.
“Maledizione!”
– Imprecò Saint’Vito – “Situazione!”.
“Scudi
non in linea, energia al 75%. Danni sui ponti 4, 5 e 6. Quindici
feriti lievi.”.
“Signor
Zalak, dirotti tutta l’energia disponibile alle armi di prua!
Ringhioringhio, fuoco a volontà, miri al nucleo di curvatura!”.
Le
rosse scie di luce colpirono ripetutamente la nave nemica provocando
squarci sempre più profondi.
I
siluri quantini si abbatterono inesorabili sul bersaglio,
distruggendo svariati metri di scafo intorno al punto d’impatto.
L’immagine
sul visore della Rainbow mostrava la Pioneer Squad desolatamente in
fiamme. Tutte le luci di bordo erano spente.
Ringhioringhio
smise di sparare e ruggì un rozzo insulto Klingon.
“Hanno
perso il campo di contenimento del nucleo di curvatura. Energia
residua, 0,01%. Stanno per cedere i campi di forza di sicurezza e il
supporto vitale. Integrità strutturale, 10% in rapida diminuzione.”.
– decretò Aurin.
Il
silenzio piombò sulla plancia.
…
Il
Capitano guardava lo schermo principale come se fosse l’unica cosa
esistente, con un ghigno maleficamente soddisfatto in viso.
…
“Capitano?”
– lo destò Branniga – “Non è sicuro rimanere a questa
distanza con gli scudi abbassati.”.
Il
ghigno svanì di colpo e il solito viso pacato e riflessivo
riaffiorò.
“Neverest,
ho un compito della massima urgenza per lei.”. – disse – “Vada
subito in sala teletrasporto 1 e potenzi al massimo il teletrasporto,
voglio che porti fuori tutti i superstiti dalla nave prima che
esploda!”
“Capitano,
statisticamente è improbabile che riesca nell’impresa.”. –
rispose Neverest.
“Non
mi ha mai deluso, so che riuscirà a inventarsi una qualche
diavoleria per riuscire a farcela! Ha poco tempo, vada!” – Ordinò
Saint’Vito – “Yumass, vada con lui e gli presti tutta
l’assistenza che necessita. H’Elsak, coordini le riparazioni
della plancia, si faccia mandare su qualcuno dalla sala macchine!”.
“Sissignore!”
– risposero gli Ufficiali.
“Capitano
a Bar di Prora…”
“Dimmi
caro.” – Rispose Wolverina
“Ho
bisogno dei tuoi servigi. E ti ho già detto più volte di non
chiamarmi ‘Caro’, mentre sono in servizio.”.
“Che
tipo di servizio vuoi? CARO?” – rispose Wolverina sghignazzante.
“Se
Neverest avrà successo ci saranno un po’ di ‘ospiti’.
Controlla che stiano bene e dai loro ciò di cui necessitano. Chiama
Trelenah'k per i feriti, ma soprattutto voglio che tu scopra tutto
ciò che sanno sulle tattiche di combattimento delle altre navi. Usa
qualunque mezzo!”
“Cominciavo
ad annoiarmi, grazie, CARO. Corro subito a lucidare gli attrezzi!”
– Rispose Wolverina, mentre in sottofondo si sentivano sferragliare
degli attrezzi metallici.
“Plancia,
chiudo! Zalak, convogli tutta l’energia ai sistemi del
teletrasporto e tenga d’occhio la Pioneer Squad. Branniga si
avvicini il più possibile.”.
La
nave virò leggermente e si accostò al fianco di quella in fiamme.
“Integrità
strutturale al 7%.“.
“6%.”.
“4.5%.”.
“3%.”.
“Capitano,
abbiamo meno di trenta secondi per allontanarci!” – disse
preoccupato Aurin.
“Saint’Vito
a Neverest, situazione.”.
“Qui
Neverest, dovremmo esserci, dovrei fare un test, per saperlo.”.
“Niente
test, mancano 25 secondi all’esplosione della Pioneer, attivi il
teletrasporto.”.
“Si,
Capitano”.
…
“Pare
funzioni, ma ho bisogno di altri 20 secondi per finire
l’operazione.”.
“Ne
ha 10, prenda tutta l’energia che le serve, non mi interessa da
dove, ma deve riuscirci!”.
“Agli
ordini, Capitano. Neverest, chiudo.”.
“Branniga,
si tenga pronto a partire a curvatura due, diriga verso la Arecibo.”.
“Rotta
inserita, curvatura al suo comando.”.
…
“Dieci
secondi alla rottura del nucleo.” - disse il Tenente Zalak.
“Nove.”.
“Otto.”.
“Sette.”.
“Dannazione!”
– pensò Saint’Vito – “Spero che non si sia dimenticato di
avvisarci che ha finito!”.
“Sei.”.
“Cinque.”.
“Branniga,
curvatura 2, attivare!” – Disse Y’Edips all’improvviso.
“Capitano?”
– Rispose Branniga.
“Quattro.”.
Saint’Vito
guardò stupito il Borg.
“Neverest
a Plancia…”
“Tre.”.
“BRANNIGA,
ESEGUA!”.
La
nave virò velocemente, mentre stava per schizzare in curvatura, una
luce abbagliante apparve dietro di loro.
“Appena
in tempo! Complimenti, Neverest!”.
“Grazie,
Capitano.”.
“Non
direi,” – rispose Branniga – “l’onda d’urto ci è
addosso, sta disallineando il campo di curvatura!”.
“Branniga,
mantenga la curvatura in linea!”.
“Ci
stò provando, Capitano, ma il campo è troppo instabile!”
La
nave passò a velocità d’impulso, l’onda d’urto era troppo
vicina.
Tutti
i sogni e le speranze dei membri dell’Equipaggio si infransero
contro la dura realtà. La fine, la morte li aveva raggiunti.
Un
colpo secco risuonò all’interno della Plancia, una forte
vibrazione, sempre più forte. Furono tutti scaraventati
all’indietro. Poi più nulla.
Le
luci si riaccesero dopo un breve istante. Il Capitano si guardò
intorno. Sembrava stessero tutti bene, seppur un po’ intontiti dal
gran volo. – “Aurin, che è successo?”.
“Non
saprei, Capitano.”.
“Branniga?”.
“I
sensori interni registrano che gli scudi sono alzati e pienamente
funzionanti.” – Rispose Y’Edips
“Come
può essere? E lei come fa a saperlo?” – Chiese Saint’Vito.
“Non
lo so, Signore. Mi sono preso la libertà di interfacciare la mia
rete neuronica con i sistemi principali della nave.”.
“Per
quello che sapevi che Neverest aveva finito col teletrasporto?” –
Chiese il Capitano.
“Esatto.”
– rispose Y’Edips
“Ben
fatto. Ma ancora non capisco come mai gli scudi siano alzati.”.
H’Elsak
si alzò a fatica – “Ohi ohi ohi, che male. Mi spiace, Capitano,
bisognerà sostituire la console.”
In
quel momento una luminosa cascata di scintille eruppe dalla console
di ingegneria.
Tutti
si girarono a guardare il pannello spendo della postazione.
Conficcato in mezzo c’era un antico pugnale, quello che H’Elsak
portava sempre con se.
“Non
sapevo come riattivare il contatto per alzare gli scudi. Forse non è
stata una buona idea, ora il mio pugnale si è fuso nella console…”.
La
plancia esplose in una fragorosa risata.
“Ottimo
lavoro, H’Elsak, alla prima occasione glie ne regalerò cento di
pugnali del genere!”.
“Capitano,
la Arecibo ci chiama, solo audio.”.
“Apra
il canale, Numero Uno.”.
“Capitano,
ottimo lavoro. Complimenti anche per il salvataggio in extremis.
Avete bisogno di aiuto?”.
“Capitano
Raimondi, che piacere sentirla. La ringrazio, abbiamo un paio di
sistemi da riparare, se potesse farci da scudo nel caso qualche
malintenzionato volesse avvicinarsi.”.
“Certamente,
ci posizioniamo davanti a voi. Raimondi, chiudo.”.
“Al
lavoro, dobbiamo rimettere in sesto il tutto al più presto, le altre
navi non staranno a guardare!”.
“Sissignore!
Risposero in coro.”.
La
nave brulicava di vita e tutti si sentivano euforici, dopo aver
evitato per un soffio la morte.
Tutti
tranne i poveri superstiti della Pioneer Squad.
…